Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.

Scusa, mi piace tuo padre - Recensione

06/12/2012 | Recensioni |
Scusa, mi piace tuo padre - Recensione

Natale fa rima con famiglia e famiglia fa rima con... guai. Al cinema e non.
Ecco la nuova commedia natalizia indipendente made in Usa 2012. Nuova e diversa. 
Scusa, mi piace tuo padre, un titolo italiano fuorviante e “mocciano” (ma perché?) per una commedia il cui titolo originale ha molto più senso, The Oranges, dal nome degli abitanti di Orange Drive nel New Jersey. Il quartiere residenziale, fatto di classiche villette, giardini, viali alberati, gente che va a fare footing e tipiche famiglie americane, fa da sfondo alla vicenda.
Qui non abbiamo una famiglia sola ma due, vicine di casa e vicine di tutto: sono i Walling, David (Hugh Laurie) e Paige (Catherine Keener), e gli Ostroff, Terry (Oliver Platt) e Cathy (Allison Janney). Come racconta la narratrice del film, la figlia minore dei Walling, Vanessa (Alia Shawkat), le due famiglie condividono tutto: cene, hobby, barbecue e, naturalmente, le feste comandate. D’amore e d’accordo. Fino a quando la loro tranquilla esistenza è sconvolta dal ritorno a casa, per il Giorno del Ringraziamento, della figlia di Terry e Cathy, Nina Ostroff (Leighton Meester), tornata in famiglia dopo cinque anni di assenza. Reduce da una vita movimentata e da una rottura col fidanzato Ethan, Nina porta uno scossone nelle tranquille esistenze di Orange Drive. Nonostante le due famiglie caldeggino una relazione tra Nina e Toby (Adam Brody), figlio maggiore dei Walling, la giovane cade vittima di una fatale attrazione per il padre del ragazzo, David. Quando la relazione “scandalosa” viene alla luce, la vita delle due famiglie viene sconvolta con effetti inaspettati.
Storia anticonvenzionale non c’è che dire, per una commedia natalizia. La relazione tra un cinquantenne e una ragazza di ventiquattro anni, uno spunto rischioso a prima vista ma capace di dar vita a un efficace ritratto di psicologie e sentimenti, tra sorrisi e malinconie.
Sospeso tra toni agrodolci e una comicità garbata priva di sentimentalismi zuccherosi o pericolose derive grossolane, il film vanta una prima parte piena di verve mentre nella seconda metà tira un po’ il fiato alla ricerca di un finale adatto all’improbabile love story.
Proprio nella prima parte si concentrano le trovate più divertenti, come il ritratto delle piccole manie o idiosincrasie dei protagonisti (le prove per il coro di Natale di Paige Walling che iniziano ad agosto, la buffa mania di Terry Ostroff per i più inutili gadget tecnologici) o le esilaranti reazioni allo shock che la relazione scandalosa procura nelle due famiglie.
La regia è affidata all’inglese Julian Farino (che negli States ha firmato la regia di serie TV come Entourage e Big Love) che ben dirige una truppa di interpreti che funziona davvero, dall’inglese Hugh-Dr.House-Laurie, perfetto nel tratteggiare il personaggio di David, paterno e sensuale allo stesso tempo, un uomo maturo che sa ben dosare fascino e intelligenza, alla brillante Leighton Meester (divenuta popolare come interprete della serie televisiva Gossip Girl) capace di rendere con freschezza e brio il personaggio del ciclone-Nina. Ma anche gli altri attori meritano un applauso: da Catherine Keener, moglie rifiutata capace di mantenere in piedi comunque le tradizioni del Natale (anche se il suo sfogo finale proprio su un “vistoso” addobbo è una delle scene più riuscite del film), a Allison Janney, mamma composta della giovane rovina-famiglie, a Oliver Platt, padre imbarazzato e americano medio con la mania dei gadget.
Mariti e mogli, figli e figlie, amicizia, amore e… un pizzico di trasgressione, Scusa, mi pace tuo padre è una commedia scorretta quanto basta (ma senza esagerare), non irresistibile ma comunque adatta ad augurare la ricerca della felicità (quella vera, molto diversa da quella presunta, anche a costo di qualche egoismo o sacrificio) davvero a tutti.
Meglio del solito semplice e scontato “Buon Natale”.

Elena Bartoni 
 

 


Facebook  Twitter  Invia ad un amico  Condividi su OK Notizie 
 

Notizie in evidenza

Collabora con Voto 10
Seguici su Facebook Seguici su Google Plus Seguici su Twitter
Seguici su YouTube Registrati alla nostra Community Abbonati al nostro feed rss

I CINEMA DELLA TUA PROVINCIA

Advertising   Chi siamo   Collabora con Noi   Cookie Policy   Privacy   Termini e Condizioni d'Uso   Web TV  
 
Cerca
powered by Roma Virtuale :: Web Agency